Lo avreste mai detto?

Li avete sentiti nominare ma non avreste detto che si trattava di nomi di uva o di vino. Eccone 12 di curiosi e insoliti che non pensavate riguardare il mondo vino!

1.Dolcetto

grappolo di uva dolcetto

Se lo sentite nominare, non aspettatevi un vino dolce. Si tratta infatti di un vino rosso secco ottenuto dall’omonimo vitigno. È diffuso principalmente in Piemonte e in parte in Liguria (dove è conosciuto come ormeasco).

Si pensa che il nome dolcetto derivi dal fatto che i suoi acini presentino poca acidità, e che nel complesso si tratti di un vino più “morbido” rispetto ad altri piemontesi.

Il Dolcetto è un vino asciutto, tannico, ricco di profumi di frutti rossi, piacevole da bere anche nella quotidianità in quanto anche meno impegnativo dei cugini Barolo, Barbaresco ecc… È molto apprezzato dai piemontesi! (e dal sottoscritto)

È anche la base di due DOCG, il Dolcetto di Diano d’Alba e il Dolcetto di Dogliani, nonché delle DOC Dolcetto di Ovada, Dolcetto d’Asti, Dolcetto d’Acqui, Dolcetto Pinerolese.

2.Grillo

grappolo di uva grillo

È una importante varietà di uva bianca diffusa nella Sicilia occidentale, in particolare nel Trapanese, dove l’area dedicata a questo vitigno tuttavia non supera il 5%.

Rientra nella composizione della DOC Marsala (insieme ad inzolia e cattaratto nelle tipologie oro e ambra) grazie alla sua naturale predisposizione all’ossidazione.

Se vinificato in purezza dà un vino di colore intenso, profumi vegetali di erba e fieno, sapore caldo, asciutto e di buona acidità, qualità che lo rende anche longevo.

Curiosità: il vino liquoroso Marsala è stato il primo siciliano ad ottenere il riconoscimento DOC, nel 1969!

3.Ancellotta

Questo nome ha sempre un che di…medievale! Tuttavia, non parliamo di alcuna eroica impresa o di cavalieri, bensì di una varietà di uva diffusa soprattutto in Emilia Romagna. Il vitigno appartiene alla famiglia dei lambruschi, anche se la sua qualità è superiore.

Viene solitamente impiegato per conferire colore grazie alla sua ricchezza di sostanze coloranti, o tenore zuccherino. Vinificato in purezza invece, oltre alla ricca carica cromatica, dà un vino abbastanza neutro nei profumi e poco acido.

4.Asprinio

Il suo nome non sembra promettere niente di buono: a chi verrebbe voglia infatti di bere un vino aspro? Cambiereste idea, tuttavia, se vi servissi un buon calice di Asprinio di Aversa con una bella pizza di bufala fumante!

Diffuso principalmente nella provincia di Caserta, la sua pianta viene spesso maritata a sostegni vivi come gli alberi di pioppo, che fungono da sostegno. Questo tipo di allevamento viene anche chiamato alberata aversana, ed è una vera e propria architettura!

la raccolta dell'uva asprinio di Aversa, alberata aversana

Le piante possono infatti raggiungere anche i 15 metri di altezza e l’impianto consiste di numerosi intrecci e “ricami” abilmente intessuti dai coltivatori e scalati poi dai cosiddetti uomini ragno.

Il vino che si ottiene è in genere leggero, poco alcolico e da consumare giovane, naturalmente ricco di acidità, che lo rende predisposto anche come base spumante.

5.Monica

A me viene subito da pensare a una delle simpatiche protagoniste del telefilm Friends, ma invece stiamo parlando di un vitigno e di un vino di origine sarda.

Diffuso in tutta l’isola e soprattutto a sud, il monica dà un vino dal colore abbastanza cupo, con profumi vinosi e sapore caldo e abbastanza morbido, generalmente consumato giovane.

6.Lacrima

uva lacrima

Questo è uno dei miei preferiti: deve il suo nome al fatto che la sua buccia spessa è tuttavia fragile e tende a creare dei taglietti da cui fuoriescono, per l’appunto, delle piccole lacrime di succo. E’ coltivato esclusivamente nelle Marche, nella zona di Morro d’Alba, da cui trae il nome la DOC omonima.

Dà un vino molto piacevole e di facile beva, contenuto nei tannini, abbastanza morbido e fruttato, ricco di intensi aromi floreali. Si trova anche nella versione passita, una piccola chicca molto golosa che vi consiglio di provare!

7.Pagadebit

Questo nome attribuito dalla cultura popolare viene associato al vitigno bombino bianco, diffuso soprattutto in Romagna e in parte delle Marche dove è più riconosciuto come passerina.

Deve il suo nome alla sua straordinaria vigoria e resistenza alle avversità climatiche, qualità che soprattutto in passato permetteva ai coltivatori di garantire ogni anno la produzione di vino, nonché di pagare i debiti dell’anno precedente.

In purezza dà vini abbastanza fresco dai sentori floreali, asciutto e delicato.

8.Pecorino

uva pecorino

Se vi è venuto in mente il formaggio, anche stavolta dovrete ricredervi!

Ancora una volta parliamo di vino, e sull’origine del nome diverse sono le teorie. Si pensa infatti che derivi dalla stessa zona di origine, Pecorina Arquatanella, e dal fatto che lo stesso allevamento di pecore sia una delle attività principali del posto.

Un’altra originale credenza ritiene invece che le pecore siano ghiotte di questa uva che viene pertanto ricordata come “uva delle pecore”!

Diffuso soprattutto in provincia di Ascoli Piceno, dà un vino ricco di profumi fruttati e freschi, strutturato, caldo e di buona acidità, nonché piacevolmente persistente in bocca.

9.Pignolo

Questa è un’altra varietà dall’appellativo un po’ buffo: in realtà sembra derivare dal fatto che gli acini del grappolo siano abbastanza serrati e facciano assumere una forma simile a una pigna.

E’ diffuso soprattutto nei Colli Orientali del Friuli e se vinificato permette di ottenere vini dai profumi vinosi e fruttati e un sapore deciso e caldo, con buona acidità e tannini abbastanza morbidi.

10.Rondinella

uva rondinella

Anche questo nome mi fa abbastanza sorridere. Si tratta di un vitigno molto diffuso in una delle zone più vocate per la viticoltura veneta, ovvero la Valpolicella.

Rientra tra i vitigni più vigorosi e resistenti alle malattie e parassiti, ed è predisposto per l’appassimento, tanto che viene impiegato soprattutto nella produzione di Recioto.

Tuttavia può far parte solo per max il 30% della composizione del Valpolicella, ed è in genere assemblato a corvina, corvinone e molinara. In purezza dà un vino di colore intenso, profumi fruttati e struttura.

11.Schiava

Questo invece sembra tutt’altro che un bel nome! In realtà sembra derivare da una serie di declinazioni linguistiche evolute nel corso del tempo e che oggi ci è giunto come schiava.

Viene vinificata soprattutto in Alto Adige per dare vini abbastanza scuri e saporiti, e in Trentino per dare vini più tendenti al rosato, aciduli e di pronta beva.

In generale permette di ottenere vini fragranti e fruttati, che si gustano al meglio da giovani, non troppo impegnativi grazie alla bassa trama tannica e al corpo non troppo robusto.

12.Vespaiola

uva vespaiola appesa (torcolato)

Diffusa nel vicentino e in particolare nella zona di Breganze, questa uva dalla buccia spessa e consistente dà origine a un fantastico vino passito tipico, il Torcolato, ottenuto dall’appassimento delle uve appese e “intorcolate” come delle sorti di trecce.

Si pensa che l’alta percentuale di zuccheri presenti nell’uva attiri le vespe, da cui il suo nome!

Si produce anche un vino secco, più beverino e fresco, ma comunque delicato, tradizionalmente abbinato a un  piatto di uova e asparagi:  il Vespaiolo.

 

Conoscete altri vini o vitigni dal nome curioso e simpatico? 🙂 Scrivetemi!

 

 

 

 

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