La prima edizione di Patrick’s winery

Alla Patrick’s winery del mio amico Patrick non mancano mai occasioni per degustare ed approfondire la cultura di un buon calice di vino, e lo scorso sabato ha pensato di ospitare per la prima volta un nuovo evento di degustazione. Con l’occasione della sua Calici di stelle la sua bella e calorosa galleria si è allestita di banchetti di degustazione che hanno ospitato 7 produttori selezionati da Patrick. Hanno partecipato:

Una serata all’insegna del buon vino e della convivialità, intrattenuti dalla immancabile allegria contagiosa che si trova passando per la Patrick’s Winery.

I miei assaggi preferiti

Ecco i vini che fra quelli che sono riuscito ad assaggiare mi hanno colpito di più durante la degustazione.

Tenute Fosca

Al primo posto una entusiasmante scoperta con Tenute Fosca, realtà a conduzione biologica originaria di Breganze. A partire dal loro bianco Lunasanta, blend di Vespaiola affinata in acciaio e Chardonnay affinato in rovere, avvincente per essere un buon mix fra un gusto deciso e al tempo stesso fresco e leggero di corpo.

Molto valido anche il loro Pinot nero, ottenuto da quello che sembra essere un clone di Pinot nero autoctono chiamato Canaja. Un vino che ha una bella morbidezza ed eleganza, lunghezza gustativa e un ottimo equilibrio. Mi è piaciuto molto perché trovo che sia stato valorizzato il vitigno, e ci troviamo in un territorio “insolito” rispetto ai tradizionali apprezzati in Italia per questa varietà.

Una chicca anche il loro Giulia, squisito blend di Cabernet sauvignon e Merlot. Ne valorizzo la piacevolezza e l’equilibrio, presenti nonostante la ricca struttura e corpo. La trama olfattiva mi ha conquistato per le sue ampie note di frutti rossi selvatici, rabarbaro e un tocco di cacao, persistenti in modo super gradevole.

Pinot nero Tenute Fosca

Begali

Un’altra bella scoperta alla Patrick’s Winery è stata l’azienda Begali, presenti per la Valpolicella. Sono sempre alla ricerca di un Amarone che mi colpisca, e con il loro Amarone DOCG Classico ho trovato pane per i miei denti! Approvato perché austero e ricco come un buon calice di Amarone dovrebbe essere secondo me, ma con quella marcia in più data dal fatto che non risulta troppo opulento e massiccio. Ottimo anche per essere una proposta di fascia di prezzo 30/35 euro.

Forse però la vera chicca che ho provato è il loro Tigiolo. E’ “solo” un Rosso veronese, ma racchiude l’anima di un territorio che sa regalare tanto nel calice. C’è molta personalità in questo calice, e oltre ad essere una valida espressione del proprio territorio, è il tipico vino dove senti che un produttore ha messo quel qualcosa in più, che è suo e di nessun altro. Intenso, ampio, confortevole, mi è molto piaciuto.

Tigiolo Begali Valpolicella

Monteversa

Sono di parte quando parlo dei vini di Monteversa perché è un’azienda a cui sono affezionato e che seguo ormai da anni. Ma anche per questo non smette mai di essere una piacevole scoperta, perché rimani sempre aggiornato sull’evoluzione e la storia di un’azienda! Da sempre un po’ controcorrente, spettinati (come Giovanni Bressanin, con cui da sempre parlare di vino è fra le migliori chiacchierate fra amici che puoi fare!), da Monteversa non si sa mai cosa può bollire in pentola. Eppure, i loro rossi così sempre meravigliosamente ricchi ed eleganti, precisi, e i loro bianchi una continua scoperta di cosa può regalare quel territorio che si osserva così bene dall’alto delle loro colline. Riassaggio il loro Primaversa, Moscato giallo rifermentato, proprio uno dei vini con cui hanno dichiarato la loro voce controcorrente. Là dove il Moscato è sempre stato quasi “intoccabile”, Monteversa ha detto “vediamo fin dove si può spingere”, e la proposta convince. Croccante, fruttato, dai profumi intensi, una bollicina fine e cremosa e rinfrescante. A mio avviso una delle migliori annate mai provate per questa etichetta.

Con VòLare torna invece un vecchio amore: il Carmenère fra le uve impiegate per questa proposta “apri e bevi”, lo stesso che animava uno dei primi rossi che facevano e con cui li ho conosciuti, ovvero Biodiversa. Ovviamente mi è piaciuto da morire anche questo!

Vòlare Monteversa

Cà Duso

Di questa azienda dei Colli Berici ho apprezzato molto il metodo Classico. Un 85% di Chardonnay e restante Pinot nero che per avere appena 24 mesi circa di sosta sui lieviti ha dato delle belle impressioni nel calice. Bollicina fine, fragrante, dai richiami di note agrumate e di nocciola fresca, un sorso ricco e minerale. Sarei intrigato all’idea di riprovarlo a distanza di tempo dopo un po’ di attesa in bottiglia visto che la sboccatura era abbastanza recente e secondo me ha un bel potenziale nel tempo!

Metodo classico Cà Duso

Cà Rugate

Questa azienda avevo già avuto modo di provarla ed apprezzarla per il loro emblematico Bucciato (Soave Classico superiore), e l’Amedeo (Durello metodo classico). Durante la serata alla Patrick’s Winery ho invece provato il loro Soave Classico Monte Alto e il Fulvio Beo metodo classico da uve Garganega. Nel Soave Monte Alto si apprezza una bella freschezza e croccantezza, è un vino che fermenta in parti in barriques e in parti in botti grandi, ma il cui impiego del legno è dosato al meglio per valorizzare questo calice senza stravolgimenti. E’ sicuramente molto fresco e propenso a durare lungamente in bottiglia, ma intanto lo si valorizza per la sua piacevole finezza e freschezza.

Il loro Fulvio Beo è invece una vera scoperta: l’ennesima riprova di come la Garganega sia un vitigno versatile e fantastico che può essere spinto in tante direzioni senza mai deludere. 24 mesi circa sui lieviti e uno spumante asciutto e invitante, che spiazza per la delicatezza dei profumi contrastata al gusto più deciso. Da provare!

Fulvio Beo Cà Rugate

Questi sono i vini che fra quelli assaggiati mi hanno più colpito, anche se purtroppo non sono riuscito ad assaggiarli tutti! Le proposte pensate da Patrick erano davvero valide e secondo me la serata è stata un successone, speriamo arrivi presto una prossima edizione!

Se nel frattempo ve lo eravate persi, ecco un mio vecchio articolo dedicato ad un altro evento alla Patrick’s Winery, dove avevamo collaborato insieme: clicca qui per andarlo a leggere.

 

Alla prossima!