Vini eroici

Carissimi, domenica e lunedì scorsi si è tenuto presso Villa Braida di Mogliano Veneto l’evento “Vini da Terre Estreme” alla sua 8a edizione, organizzato da Pilota Green.

L’evento ospitava diversi produttori provenienti da diverse regioni d’Italia, il cui filo conduttore era uno in particolare: la viticoltura eroica. Un tema sempre attuale che continua a incuriosirmi ed essere oggetto di approfondimenti, e che considero una bellissima “spennellata di colore” in un Italia già variopinta dal punto di vista della viticoltura.

Ma cosa sono i vini eroici? Sono vini prodotti in determinate zone dove praticare la viticoltura è assai difficile a causa di alcune particolari condizioni ambientali: colline terrazzate, isole, aree montane…terre estreme in effetti, ma condotte con eterno impegno e passione dai produttori protagonisti ad oggi di questa realtà.

Vi racconto quindi i miei migliori assaggi e le cantine tra quelle degustate che ho maggiormente apprezzato!

Vini da Terre Estreme: i miei migliori assaggi

Cave Mont Blanc de Morgex et de La Salle (Valle d’Aosta)

Finalmente ho avuto l’opportunità di approfondire sebbene solo in parte la Valle d’Aosta, regione piccina che però mi affascina moltissimo!

L’azienda Cave Mont Blanc collocata ai piedi del Monte Bianco, custodisce alcuni tra i vigneti più in alta quota d’Europa. Clima rigido, inverni freddi, rocce e acque purissime, un paradiso per gli amanti della natura. Ma anche per noi winelovers ci sono diversi spunti interessanti, che qui prendono forma nei vini più tipici della zona: quelli a base di Priè blanc, autoctono valdostano per eccellenza, diffuso ampiamente a Morgex de la Salle da cui il richiamo del nome.

Lo assaggio in tre proposte diverse:

Metodo Classico “Blanc du Blanc”. La prima fermentazione prevista per questo vino è svolta su botti grandi di larice e rovere, e a seguire in acciaio. Sboccatura dopo almeno 15 mesi sui lieviti. Freschissimo al naso e al palato, dove stuzzica per la vibrante acidità e il sorso secco e sapido. Frutta verde, mela e note citrine, agrumate, molto piacevole ed equilibrato nel complesso. Adatto a formaggi grassi, o al goloso Lardo di Arnard locale.

vino spumante Metodo Classico azienda Cave Mont Blanc

Metodo Classico “X.T.”. Maggiore sosta sui lieviti, prodotto più complesso e maturo del precedente, ma sempre caratterizzato da una spettacolare acidità e sorso dritto e secco. I profumi sempre agrumati ma anche minerali, con richiami di fiori bianchi. Perfetto con crudi di pesce, ostriche.

Metodo Classico X.T. Cave Mont Blanc

“Blanc de Morgex et de la Salle”. Fermentazione a partire da lieviti indigeni. Si presenta secco e molto fresco, sapido, non molto alcolico ma saporito e minerale.

Blanc de Morgex et de la Salle azienda Cave Mont Blanc

Cantina Santadi (Sardegna)

Dalla Valle d’Aosta voliamo in una dimensione totalmente opposta, ovvero la Sardegna con Cantina Santadi. Siamo nella parte sud-ovest dell’isola, patria del Carignano del Sulcis, vitigno locale per eccellenza. Un’isola spettacolare, mediterranea e calda, bagnata e rinfrescata dal mare e dalle sue brezze, colorata da frutti e piante dolci e profumati.

Mi hanno colpito anzitutto un Vermentino Metodo Classico, “Solais”, che nasce da terreni tendenzialmente argillosi e sabbiosi. La raccolta delle uve è manuale e avviene verso inizio/fine agosto nelle prime ore del mattino, per mantenere l’acidità e la freschezza dei frutti. Al naso è intrigante e intenso, spaziano profumi che ricordano i fiori d’arancio, frutti bianchi, frutta secca, la crosta fiorita. Al palato è una goduria, rinfrescante e abbastanza sapido, ottima beva e carattere, un sorso che non stanca facilmente.

Solais Metodo Classico vermentino azienda Santadi

Poi il re della zona, il Carignano del Sulcis Riserva. “Rocca Rubia” è un vino tosto e di carattere, ma dal piacevole equilibrio ed eleganza. I vigneti sono allevati ad alberello a piede franco, su terreni sempre argillosi e sabbiosi. Affina per 10-12 mesi in piccole barrique. Ha un colore intenso e profondo, il carattere dei rossi di questa terra affascinante e selvaggia al tempo stesso. Naso morbido, con frutti rossi, mirto, cuoio, una lieve nota di carbone. Sapore intenso, giustamente tannico, caldo e strutturato. Ben gradito coi piatti locali a base di maiale o agnello!

Carignano del Sulcis Riserva azienda Santadi

Cantina Raimondo (Lazio)

Un altro interessante approfondimento è stata la realtà laziale dei vini di Cantina Raimondo, situata nei pressi di Affile. Avevo già avuto occasione di assaggiare Nemora, un Cesanese di Affile molto valido, grazie a uno scambio con il canale “1 Calice per 5” condotto da tre amiche winelovers laziali impegnate a divulgare cultura enologica della loro regione e celebrarne i migliori prodotti. Il Cesanese di Affile è uno di questi, e Nemora ne è una bellissima interpretazione. Vitigno anticamente collocato nel territorio, che un tempo era ricoperto da folti boschi (da cui il nome Nemora = foresta, bosco), i cui alberi venivano tolti per piantare vitigni di Cesanese. Scomparso nel corso degli anni, è man mano ritornato a popolare la zona e ha finalmente trovato il suo spazio e la sua rivincita in produttori come la Cantina Raimondo condotta ad oggi da Eleonora Pensabene, che lo ha saputo valorizzare e tutelare. Una curiosità: oggi nell’area boschiva che circonda l’azienda è facile trovare anche molte volpi, e per questo il terreno è chiamato Fox terroir!

La versione base, Nemora appunto, è un rosso caldo dai profumi intensi, che ricordano molto il sottobosco, la radice e la china, con accenni di pepe e lievi tostature. Intenso anche al palato, dove però si rivela anche molto elegante e raffinato nonostante la struttura abbastanza importante. Piacevole ed equilibrato, accompagna egregiamente piatti decisi a base di carne.

Nemora Cesanese di Affile azienda Raimondo

Ma la vera sorpresa è stata con Cybelle, la versione in Rosato del Cesanese. Prodotto con tecnica di vinificazione in bianco, una volta terminata la fermentazione il vino resta a contatto con le proprie fecce per 4/5 mesi. Al naso rivela una bella intensità, note minerali e grintose. Spigliato e grintoso, al palato è sapido, con una bella personalità e piacevole da bere. Da provare con i saltimbocca alla romana!

Cybelle Cesanese di Afille Rosato azienda Raimondo

Due assaggi dalla Grecia: Canava Chrissou e Cantina Afianes

Alla rassegna il Paese ospite quest’anno era la Grecia, che ha destato sicuramente la mia curiosità! Il Paese vinicolo più antico di Europa che vanta anche un ricco patrimonio ampelografico con ben 300 varietà di vitigni solo autoctoni.

I vini eroici locali più intriganti sono stati sicuramente quello di Canava Chrissou con il loro vino bianco a base di Assyrtico, e l’Ikarus rosso di Cantina Afianes.

Con Canava Chrissou ci spostiamo a Santorini, spettacolare isola ricca di terreno vulcanico che realtà una bellissima sapidità ai vini. L’Assyrtico è il vitigno locale per eccellenza e pensate che nella proprietà dell’azienda troviamo viti di età media compresa tra 50 e 100 anni, a piede franco! Per Canava Chrissou l’obiettivo è produrre solo vini di grande qualità e rappresentativi del territorio, pertanto il vino di cui ora vi parlo rappresenta di fatto anche l’unica etichetta prodotta dall’azienda.

DOP Santorini, è un bianco composto al 100% da uve Assyrtiko, che si presenta con un colore paglierino e limpido. Sprigiona profumi di miele, noce, dattero, e un ricco ma delicato bouquet mediterraneo. Fa pensare quasi a un vino dolce! Ma in realtà al palato rivela una bella sapidità e struttura e potenziale longevità.

vino bianco Assyrtiko Cantina Chrissou

Il secondo assaggio, l’Ikarus di Cantina Afianes, è stata un’ulteriore sorpresa. Ci troviamo su un’altra bella isola, Ikaria, e il vitigno protagonista questa volta è ottenuto dalla varietà Fokianò, i cui acini presentano una buccia sottilissima. Alla vista presenta un colore ramato tenue e delicato, trasparente, e al naso sentori di pepe rosa, scorza di pompelmo e fico d’india. Al palato la vera sorpresa, se ci si aspettava un vino altrettanto delicato, in realtà rivela una bella grinta data da tannino e struttura e buona persistenza. Adatto a contrastare piatti grassi e succulenti.

vino rosso Ikarus Cantina Afianes

Terrazze Singhie (Liguria)

Una regione che non mi stanco mai di approfondire è la Liguria, terra che tra l’altro mi affascina sin da piccolo dai ricordi delle prime vacanze estive! Un’area magica fatta di brezza marina, la Tramontana, le terrazze vitate e ricche di olivi, calda e colorata, coi suoi profumi di salso e bruschetta all’aglio. Una delle regioni a mio avviso più mediterranee d’Italia! Nel corso di Vini da Terre Estreme ho potuto conoscerla questa volta attraverso Cantina Terrazze Singhie, che hanno portato un vino originale che da tempo volevo conoscere. Si tratta del Lumassina di bosco, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono tipico del Savonese. Allevate secondo filosofia biodinamica su terrazze pluricentenarie collocate come un vero e proprio “cuore” circondato da boschi di castagno, le piante beneficiano di una terra ricca di argilla e ovviamente dell’influenza del vicino mare. La buccia degli acini è sottile, mentre le condizioni ambientali rendono talvolta favorevole lo sviluppo della Botrytis cinerea.

Dopo circa 10-15 giorni di macerazione sulle bucce, il vino dopo la fermentazione avviata da lieviti indigeni, è messo ad affinare in legno per 9/10 mesi.

Al naso presenta note di zagara, sambuco, fiori bianchi e un discreto sentore di lievito. Al palato ha una ricca acidità e un delicato richiamo iodato con piacevole persistenza.

vino bianco Lumassina Terrazze Singhie

Marisa Cuomo (Campania)

Un’altra azienda che da molto mi incuriosiva provare è quella di Marisa Cuomo. Siamo nella “Divina Costiera” di Amalfi, a Furore, altra chicca inestimabile della nostra penisola. Qui ci troviamo di fronte a un territorio e un terroir pazzeschi, in una cornice altamente suggestiva e altamente vocata per la viticoltura nonostante le condizioni estreme che incontra l’uomo per praticarla. Qui si alternano i saperi del passato a quelli moderni, in una costante ricerca di qualità che scopro essere davvero elevata nei vini di Marisa Cuomo. 

Comincio con “Fiorduva”, una delle etichette più conosciute dell’azienda,accattivante nel suoi colori intensi e cristallini, e nei profumi ampi e immediati che richiamano la mineralità e la freschezza del mare, frutti e fiori gialli. Al sorso è sapido e di buona struttura, minerale. Mi colpisce l’uvaggio, totalmente inedito per me! composto da 40% di uve Ripoli, 30% di Fenile e 30% Ginestra, lasciate surmaturare. Un bianco senz’altro mediterraneo e punto di riferimento per la produzione locale.

Fiorduva Marisa Cuomo

Continuo con l’assaggio di “Furore Rosso Riserva”, composto da uve Aglianico e Piedirosso (50 e 50), per il quale sono previsti 30 giorni di macerazione sulle bucce, fermentazione malolattica e successivi 12 mesi di affinamento in barrique di rovere. Si presenta con un colore limpido e intenso, profumi freschi e avvolgenti di frutti a bacca scura e qualche speziatura, un palato strutturato, giustamente tannico ed abbastanza equilibrato.

Furore Rosso Riserva Marisa Cuomo

Il terzo ed ultimo assaggio è un’ulteriore conferma della qualità dei vini delle cantine Cuomo. “Ravello” è un altro rosso Riserva per cui è previsto invece il 70% di Aglianico e il 30% di Piedirosso. Abbiamo un colore sempre intenso e profumi ampi, quasi seducenti e caldi, dove si distinguono soprattutto note vegetali e floreali. L’impatto in bocca ha una maggiore struttura e tannino, ma sempre contraddistinti da un ottimo equilibrio. Davvero un bell’assaggio!

Ravello rosso Riserva Marisa Cuomo

Cascina Carrà (Piemonte) 

Ragazzi gli ultimi assaggi mi hanno infine spinto in Piemonte, una delle mie regioni del cuore, a conoscere la realtà di Cascina Carrà, collocata a Monforte d’Alba, nel Cuneese. È con il loro Nebbiolo d’Alba Superiore che concludo il mio piccolo tour portandomi a casa un ultimo fantastico calice che merita di essere raccontato! 

Un vino incredibile ed elegante, spettacolare al colore e nei profumi, ugualmente eleganti e fini. Ha un aspetto granato che invoglia immediatamente la beva, e un ampio bouquet complesso che invita a degustarne ogni singola sfumatura. Austero al palato, di ottima struttura, è un vino da vivere a spasso nel tempo, goduto da più giovane e da un po’ più maturo. Calice eccellente, peccato averne bevuto solo un sorso!

Tita Nebbiolo d'Alba Superiore Cascina Carrà

Amici che dire è stata davvero un breve ma entusiasmante approfondimento! La viticoltura eroica rappresenta per me un grande spunto e fonte di conoscenza e curiosità. Oltre all’aspetto di magia di queste stesse “terre estreme”, dove ancora più incredibile è assaggiare i loro vini eroici, frutto dell’incredibile sinergia tra natura e lavoro dell’uomo.

Quali sono stati i vostri migliori assaggi provenienti da una delle “terre estreme” finora? Fatemelo sapere!

Alla prossima

 

 

 

 

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