Un rosso nel cuore

Cari amici, con entusiasmo parlo sempre di nuovi calici, ma a volte è bello anche parlare di quei calici che ci fanno sempre battere il cuore. E pur avendolo nominato a chiunque ormai, c’è sicuramente un vino che amo molto di cui non ho mai scritto due righe che gli dessero il valore che merita! Si tratta di un vino prodotto nell’Asolano dal mio stimato amico Francesco Siben, di cantina Cirotto, ovvero il Costalunga rosso. A dire il vero si tratta di un’etichetta ormai unica perché non è più in produzione. Quindi ve ne parlo pure con una punta di “gelosia” perché sono contento di farne un’ottima recensione ma al tempo stesso vorrei che non lo conoscesse nessuno!

Alcuni vini ci appartengono, è innegabile. Ne assaggiamo tanti, per lavoro o diletto, ma alcuni ci colpiscono e non ci tradiscono mai. Prendono una corda precisa del nostro corredo sensitivo (perché di sensi si parla), e quando li beviamo lo animano.

Ci ricordano il passato, fan vivere il presente, ci fan venire voglia di aspettare il futuro. Sì, perché per alcuni calici ci si chiede cosa succederà aspettandoli ics tempo, e siamo fiduciosi che anche a distanza di anni non ci deluderanno.

Il Costalunga rosso è un vino che mi ha emozionato da subito, e ogni bottiglia che apro è per me una poesia! Un vino che quindi potrei dire appartenermi.

Costalunga rosso, il rubino d’Asolo

Se dovessi parlarvi di cantina Cirotto esordirei senza dubbio parlandovi dei loro spumanti, il Prosecco e il Manzoni metodo Classico, eccellenti prodotti che ben esprimono il potenziale della zona di produzione. Un connubio di buona materia prima e meticolosità, e grande impegno nel portare avanti le giuste scelte in vigna e in cantina per dare dei prodotti di alta qualità. 

Eppure in questa zona non mancano i rossi di grande stoffa ottenuti da splendidi tagli bordolesi, potenti e longevi e d’incredibile eleganza. Qui infatti le varietà alloctone impiegate trovano terreni ideali per creare vini di grande personalità. Un piccolo cuore della produzione veneta, che è stata valorizzata con il riconoscimento D.O.C.G. “Rosso Montello”.

Ed ecco quindi che anche il Costalunga nasceva da vitigni come Cabernet Franc e Sauvignon, Merlot, nonché una piccola percentuale di Petit verdot sapientemente bilanciati per creare un vino emozionante. Esattamente come per il Sogno, il Metodo Classico da uve Manzoni bianco, anche in questo rosso c’è soprattutto l’anima di Francesco. L’eleganza e la raffinatezza di un grande rosso che conquista e che sembra dire siediti e fermati un momento, non avere fretta di capire cosa c’è nel calice. 

Non avere fretta di capire cosa c’è nel calice

Il suo colore è quello di un rubino intenso e un po’ profondo, limpido e mediamente consistente. Ha un bouquet ampio e fine, di buona complessità, dove succede una bella situazione. Inizialmente emergono delle sfumature che ci riportano ai terziari (attualmente parlo di un 2013): sottobosco, un po’ di tartufo, cuoio, spezie dolci e note minerali. Lasciano poi spazio ai frutti rossi e una nota di liquirizia più freschi e quasi fragranti. Non è un’esuberanza di profumi, un dare subito per poi scomparire, semmai una lenta e piacevole apertura dei diversi elementi olfattivi.

Per un attimo è come se percepissi di bere un vino molto più evoluto (in termini di tempo). Invece poi ti rendi conto che è ancora “giovane” e se dopo 7 anni ha tutto questa bellezza, sei assolutamente curioso di vedere quali altri assi nella manica tirerà fuori tra altri 5,10,15 anni? Un vino straordinario.

Al palato è austero, ma posato e senza spigoli. Tannino e freschezze ben equilibrate, lunga persistenza. Non teme l’abbinamento con carni pregiate, formaggi stagionati, e vista la stagionalità, anche con pietanze a base di tartufo.

Ho lasciato spazio a delle note tecniche, ma ora vorrei spiegarvi perché questo vino mi appartiene.

Anzitutto racchiude a pieno tante caratteristiche che amo trovare in un vino rosso. Da buon rossista, questo è infatti il mio genere di vino preferito, quel buon calice con una certa maturità (come vedete non per forza parliamo di secoli) ed eleganza che non si esaurisce presto nel calice. Ma soprattutto mi è familiare, ne custodisco le bottiglie come un piccolo tesoro da aprire nei momenti giusti. Familiare anche per la grande stima che provo per Francesco, sempre accogliente nella sua cantina dove ogni volta mi insegna qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

Abbiamo calici e maestri fatti per noi, quali sono i vostri?

 

Alla prossima!

Montello rosso DOCG Costalunga azienda Cirotto