Stravolgere i punti di vista

Il vino di cui vi parlo oggi è un vino che ha letteralmente stravolto diversi punti di vista che presumevo di sapere. Siamo in Maremma, provincia di Grosseto, dove Tenuta Fertuna produce da una decina d’anni questa etichetta, Droppello.

Lo trovo tra gli scaffali e mi incuriosisce che è un bianco tra i toscani. Ma dall’etichetta non capisco di che vino si tratti; mi informo e rimango perplesso. Sangiovese vinificato in bianco, non ne vado proprio matto! Ma ad attirare la mia attenzione è l’annata riportata in etichetta: 2011. La bottiglia è la, come se nulla fosse, forse un cartone dimenticato. Mi attira, però non sono un appassionato di Sangiovese stravolto dal suo fascinoso ruolo di rosso importante. Lascio quindi giù la bottiglia, ma a distanza di poco tempo mi ricapita tra le mani.

Vince la curiosità: un Sangiovese in bianco del 2011, lasciato qua come se nulla fosse, deve essere interessante! Decido di prenderlo e di “osare”. Quello che mi trovo nel calice è totalmente spiazzante.

Di che vino parliamo

Droppello è un vino che nasce dall’intuizione di due amici i cui nomi sono ben noti nel mondo del vino: Nicolò Incisa della Rocchetta e Giuseppe Meregalli. Un’intuizione nata anche per valorizzare una Toscana che sta si sta rivelando con interessanti proposte di vini bianchi. Aggiungiamoci anche un po’ di azzardo, perché il vino bianco in questione è ottenuto da una bacca rossa, nonché sua maestà il Sangiovese!

Quindi assaggiare un Sangiovese in bianco secondo me significa soprattutto esplorarne il potenziale, più che ricercare analogie: e Droppello ne è un interessante esempio. Se proprio volessimo cercare delle analogie nella sua versione in rosso tuttavia, mi soffermerei sulla speziatura che questo vino rivela al naso, un’intrigante qualità che ho potuto apprezzare assaggiando questo calice.

Ma cominciamo dal colore, un paglierino carico e limpido lo rende già accattivante: è un colore dato dalla sua maturità, di cui se ne apprezza l’integrità dopo quasi 10 anni di affinamento in bottiglia. Devo dirvi che questo è uno degli aspetti che ha reso più curioso questo assaggio. Un Sangiovese in bianco che dopo questo lungo riposo in bottiglia si gioca delle carte davvero interessanti!

I profumi sono abbastanza complessi e persistenti, pur non facendo particolari evoluzioni a distanza di tempo dopo averlo versato nel calice. Ma la grinta c’è! Come vi anticipavo, un richiamo di speziatura, poi sfumature di bruciato e sulfuree, a seguire note un po’ vegetali di erbe aromatiche. L’olfatto nel complesso è caldo e avvolgente, invita a bere. Il sorso è fresco e abbastanza sapido, nessuna nota amarotica sul finale, di buona struttura e piacevolezza.

Un calice che mi ha davvero sorpreso, e che forse si annovera il posto dei più insoliti degustati quest’anno!

Quali sono i calici che ultimamente vi hanno davvero (positivamente) sconvolto??

 

Alla prossima!

Droppello 2011 vino bianco azienda Tenuta Fertuna