Continua l’approfondimento sul Pinerolese

Ho intitolato così questo nuovo articolo dedicato al Pinerolese, perché è una zona che davvero mi riempie il cuore approfondire e che spero di poter andare presto ad esplorare anche di persona. Ve la anticipavo in un recente articolo dove vi ho fatto una piccola panoramica degli interessantissimi vini che potete trovare in questa parte di Piemonte.

Non so spiegarvi perché questa zona ogni volta che la nomino o la approfondisco, scaturisce in me una bella emozione! Forse perché il Pinerolese è una goccia quasi silenziosa in un oceano di grandi e importanti bottiglie squisite e da paura, ma che al tempo stesso emerge con vini speciali come il Ramìe. 

Oggi continuiamo la scoperta di quest’area vitivinicola proprio attraverso il Ramìe, ovvero uno dei suoi vini più rappresentativi, e precisamente quello di Daniele Coutandin.

Daniele è uno dei pochi produttori di Ramìe: mi sono fatto una bella chiacchierata con lui al telefono un giorno che ero deciso a conoscere meglio questo vino e sapere chi lo produceva. Si tratta di una curiosità che mi portavo dietro già dal corso di Sommelier, quando il Ramìe ci era stato nominato come “chicca” piemontese, abbastanza raro e centellinato.

Il Pinerolese Ramié: una spremuta di autoctoni

Il Pinerolese Ramìe è una DOC prodotta unicamente nei comuni di Perosa Argentina e Pomaretto, in provincia di Torino. Siamo a pochi km dal confine francese, in una zona dove fare viticoltura è davvero difficile. Il nostro vino di montagna nasce infatti in condizioni ambientali un po’ ostili, tra forti pendenze e suoli sassosi.

Mi piace definire questo vino una spremuta di autoctoni, proprio perché nella sua composizione rientrano unicamente varietà locali e antiche tra cui: Avanà, Avarengo, Chatus, Becuet, talvolta anche Barbera. E anche per questo lo considero una chicca, non solo per l’esigua produzione, ma anche perché è un vino eccellente ottenuto da queste uve locali opportunamente salvaguardate dal lavoro prezioso dei pochi produttori di Ramìe.

Si trovano pochissime bottiglie in commercio, per cui è davvero un onore aver potuto degustare questo vino già due volte. Eppure nonostante tutte le premesse “negative” (ambiente difficile, scarsa produzione eccetera), questo Ramìe ha un notevole potenziale, ed è un vino quasi raffinato e di buona longevità. Vediamo perché raccontando quello di Daniele Coutandin.

google maps zona di produzione Pinerolese Ramié

Zona di produzione del Pinerolese Ramié. I due comuni di Perosa Argentina e Pomaretto si trovano in provincia di Torino, a pochi km dal confine francese. Fonte Google Maps. 

Il Ramìe di Daniele Coutandin

Parlare con Daniele Coutandin è stata per me una bella gratificazione personale. Sia per il bello scambio che ho potuto avere con lui, sia perché Daniele mi è stato segnalato come uno dei migliori viticoltori di Ramìe. Quindi è stato bello potermi confrontare con un punto di riferimento di questa realtà, e ho apprezzato che mi fosse stato segnalato soprattutto da altri “colleghi” viticoltori.

Un bell’esempio di stima reciproca e la sensazione che si lavori tutti insieme per valorizzare il proprio territorio anziché competere a vicenda!

Ho assaggiato il Ramìe di Daniele, che pur essendo stato imbottigliato da poco, mi ha davvero colpito molto. Intenso e penetrante già dal primo avvicinamento al naso, è un vino che inizialmente mi ha confuso facendomi pensare quasi a un piccolo passaggio in legno. In realtà è un vino che fa solo acciaio, e la cui complessità si sviluppa con l’affinamento in bottiglia, e ragazzi, che meraviglia!

È il risultato di un lavoro scrupoloso, fatto in un ambiente che sebbene ostile è curato nel rispetto della natura e della sua biodiversità. Lieviti indigeni, zero trattamenti o correzioni. Un vino che potete aspettare a lungo, o di cui potete godere anche prima.

Pur essendo così “crudo”, ha un bellissimo susseguirsi di sensazioni organolettiche. Sentori freschi e fini, pienezza nel calice, anche un bel calore perché l’annata che assaggio, la 2017, è stata molto calda. Assaggiato alla cieca, avrei quasi detto che si trattava di un vino del Sud!

Bella freschezza anche in bocca, struttura abbastanza decisa ma non aggressiva che distrugge il palato. Persino i tannini, ancora tanto giovani, lasciano intendere che la loro evoluzione sarà interessante e davvero godibile nel calice.

La temperatura di servizio di questo vino è davvero importante: quella suggerita nel retro etichetta, 18°, è perfetta per degustarlo al meglio.

Un vino così diretto, dove se dico immediato non voglio intendere che lo bevete come un rosso fresco e giovane. Anzi. Mi sembra proprio che sia un vino che si fa bere per quello che è, senza tante interpretazioni o giri di parole, ma bello e buono come lo bevete al momento che decidete di aprire una bottiglia.

Il valore delle piccole grandi cose

Il Ramìe di Daniele Coutandin è un’esperienza meravigliosa da provare nel calice. Ora forse capirete perché non vedo l’ora di andare a vedere anche coi miei stessi occhi dove nasce tutto ciò!

Ho apprezzato molto la piccola didascalia riportata nel retro etichetta:

Sono un vignaiolo aderente al Manifesto di “Vignerons d’Europe 2009”. I miei vigneti sono piccoli appezzamenti di montagna in forte pendenza, incastonati nei boschi di Pomaretto e Perosa Argentina; li coltivo nel massimo rispetto delle piante, del terreno e di tutte le forme di vita e, grazie a ciò, godono di una notevole biodiversità che favorisce la presenza di molti insetti utili, abbondanti fioriture spontanee, viti sane e molto longeve.

Dai vitigni autoctoni: Avanà, Avarengo, Chatus, Becuet, Barbera, ecc. provengono le uve che, raccolte sanissime a piena maturità con vendemmie scalari, fermentano con i propri lieviti, senza aggiunte e correzioni; il vino matura poi in acciaio e non viene sottoposto ad alcun trattamento,. 

Questo vino è frutto di molta fatica, ma ha caratteristiche uniche ed irripetibili.

Ramié vino rosso Pinerolese DOC Daniele Coutandin retro etichetta

Non ho altre parole per descriverlo. Ragazzi, davvero un’emozione unica 😉

A volte ci intestardiamo a ricercare etichette raffinate, i prodotti del momento, i nomi più conosciuti…Tutte cose giuste, ma che al tempo stesso ci coprono talvolta la vista su quelle che possono essere delle autentiche ricchezze enologiche. Il Ramìe è una di queste, ed è stato davvero un piacere raccontarvi questo incredibile vino.

 

Alla prossima!