Energia ed entusiasmo: si parte da qui

Buon weekend a tutti, winelovers! Il protagonista del mio articolo di oggi è il giovanissimo Paolo Nenci, un mio quasi coetaneo produttore a Chiusi che ho recentemente conosciuto attraverso un suo vino: il Klusium 2016.

Ormai molti di voi lo conoscono personalmente e hanno avuto occasione di andarlo anche a trovare in cantina e partecipare a una delle sue tante iniziative. Da tanto tempo io stesso seguo Paolo e il suo intenso e motivato spirito, a metà tra lo stacanovismo e un’allegria contagiosa e sempre in moto! Con questi pochi e semplici ingredienti, Paolo vive e lavora per l’azienda di famiglia, inaugurata col nonno Franco nel 1950 quando ancora era una cantina all'”antica maniera”. Solo al 2000 tuttavia risalgono i primi imbottigliamenti, ma sarà proprio col passaggio di testimone a Paolo che dal 2017 l’azienda vedrà sempre maggiori risultati e successi.

L’innovazione portata da Paolo all’azienda di famiglia è stata soprattutto l’approccio “digitale” nel suo lavoro, cominciando a far conoscere sui vari canali social e mediatici tanti aspetti del lavoro di un produttore di vino da vicino, con sfumature non sempre colte dal normale consumatore. 

Il tutto col suo sorriso contagioso, due braccia “giganti” (!) sempre in moto, passando dal trattore alla cima degli olivi ai filari con la cesoia in mano. Ve l’ho detto: uno stacanovista entusiasta! Il suo modo di comunicare ha, in definitiva, dato valore non solo al proprio lavoro, ma anche a quello di tanti altri produttori, con un motto forte e chiaro: “Fiero di essere un umile contadino”.

Oltre a questo, è un vulcano di idee anche su iniziative e progetti rivolti a tutti ma soprattutto ad altri giovani appassionati, che coinvolge con esperienze dirette in vigna. Le chiama Winexperience, e l’obiettivo è uno solo: “non bere il nostro vino, Vivilo“.

Klusium ieri, oggi e…domani!

Klusium Paolo Nenci

Questa breve presentazione è solo il risultato di quello che ho potuto conoscere su Paolo Nenci semplicemente seguendolo costantemente nei suoi lavori, inutile dire che spero di andarlo a trovare presto in cantina! Come vi anticipavo, ho potuto conoscerlo per ora attraverso l’assaggio di un suo vino, Klusium 2016, approfittando di una bella box in offerta.

Visto il periodo storico in cui ho acquistato e assaggiato questa bottiglia, domenica scorsa ho chiesto a Paolo di unirsi a una diretta insieme a un amico con cui abbiamo in seguito commentato e degustato Klusium 2016. Inutile dire che era entusiasta di raccontarmelo di “persona”!

Originariamente Klusium identificava quello che attualmente è Venere, ovvero un Sangiovese in purezza. Oggi invece prevede un blend del 65% di Cabernet Franc e restanti Merlot, Syrah e una minima parte di Sangiovese. Un blend che richiama l’usanza diffusa ai tempi in cui nonno Franco impiantò i vigneti, di produrre vini in stile Supertuscan. 

A brevissimo Klusium cambierà nuovamente nome, e sarà etichettato come Bacio di Venere dalla prossima annata imbottigliata . “Perché questo collegamento a Venere nel nome dei tuoi vini?” chiedo a Paolo. Mi risponde che in parte dipende dalla zona di produzione (vicinanza con Montevenere), in parte celebra la bellezza richiamando alla dea Venere.

Nuove bottiglie ed etichette in arrivo, ma i vini? I vini manterranno lo standard qualitativo (e anche meglio!), l’importante per Paolo è che i suoi prodotti possano arrivare a chiunque. L’appassionato potrà apprezzarli, mentre l’intenditore non rimarrà deluso perché avrà comunque dei vini di qualità da poter collocare tanto nella quotidianità che in occasioni più ricercate.

Un viaggio con Klusium

La prima sensazione che condivido con Paolo sul suo vino è legata a un ricordo. L’anno scorso ero in Toscana da un altro piccolo produttore, e un aspetto che avevo apprezzato nella degustazione era la familiarità che trasmetteva ogni sorso. Vini genuini, diretti, ricchi tanto di sentori e complessità quanto di immediatezza e franchezza.

Assaggiando Klusium risento subito quella sensazione calorosa che si avverte visitando un’azienda toscana, immersi tra vigne e olivi, magari degustando un pezzo di pane intriso di ottimo olio. Ti immagini quelle locande arredate in legno, un po’ buie, aspettando la fiorentina fumante e qualche crostino col patè di fegatini, e una zuppa di legumi. Ma anche le tavolate a casa, la convivialità, tutto quello che in questo periodo storico ci manca tantissimo.

Wow penso! Tutto questo prima ancora di pensare “sa di fiori, sa di questo e di quello…”. E per me un vino che già arriva così vale la pena di essere provato!  

Sono davvero contento di averlo degustato!

Ma ecco ora alcune note più “tecniche”. Alla vista ha un colore profondo, con una leggera sfumatura di mattone, e una lieve torbidità senza sospensioni. Al naso è immediato, ampio: dal floreale intenso, spinge su note speziate, tra tutti una nota di ginepro e pepe. Continua con frutti di bosco in marmellata, poi note minerali, ematiche e ferrose, di arancia sanguinella.

Al palato è infine inequivocabile. Avvolgente, succoso, dal tannino felpato e morbido, equilibrato, di buona acidità e sapidità.

Altre cosiderazioni

Si percepisce in sostanza una certa terziarità, e l’aspetto curioso è che questo è dipeso, per l’annata 2016 di Klusium, da un eccezionale passaggio per 6 mesi nelle barrique dove era sostato il Sangiovese riserva. Devo dire un ottimo risultato! Anche se con Bacio di Venere tornerà a essere un blend più fresco e fruttato.

Con cosa lo abbiniamo?

Io sono stato sul classico, una grigliata mista fatta rigorosamente a casa! Ma tra i suggerimenti sono arrivati anche: risotto ai fegatini, e una zuppa casereccia coi legumi. Ma posso garantirvi che questo vino trova posto con tanti altri piatti…provate per credere 😉

Klusium Paolo Nenci

 

Alla prossima!