Fioretti mantenuti!

Cari amici, ho cominciato questo 2020 senza sapere che cosa ci stava realmente aspettando, ma sicuramente con la solita lista di buoni propositi. Tra questi (“vinologicamente” parlando!) avevo l’obiettivo di abbattere un grande ostacolo, ovvero la mia ignoranza in materia di bollicine.

Chi mi conosce sa che non è mai stata la mia categoria di vino preferito, preferisco quasi i sur lie se voglio un vino mosso. Ma mi sono chiesto se non ci fossero spumanti che incontrassero il mio gusto, ho fatto fioretto di assaggiarne tanti nel 2020 e mi sono lasciato e guidare. Un grande supporto in questa titanica impresa l’hanno avuta i fioi della #sbiceradacoifioi, che mi hanno fatto assaggiare diverse bollicine davvero molto interessanti!

Arrivato a fine anno ho quindi anche io la mia piccola e modesta lista tra Metodo Classico, Charmat e anche ancestrale da consigliare, anche se questo è stato solo l’inizio di un bel percorso.

Bollicine che secondo me dovreste provare: le avete provate??

Metodo Classico

1) Gaglioppo Metodo Classico az. Santa Venere

Questo spumante è stato sicuramente il più originale tra quelli bevuti e quello su cui meno avrei scommesso! Consigliato da amici appassionati di vini anche fuori dagli schemi, ero scettico perché non amo molto quando certi vitigni vengono stravolti dalla loro linea “classica”. Quindi da un Gaglioppo fatto in Metodo Classico non sapevo proprio cosa aspettarmi!

Ed ecco il classico esempio che ci ricorda come non dobbiamo mai mettere dei paletti in modo troppo avventato. Anzitutto il colore di questo vino è spettacolare: un misto tra la buccia di cipolla e il rosa antico, la bollicina fine e persistente. Profumi troppo golosi per smettere di assaggiarlo! Dalle note di burro, nocciola, zafferano, una lieve speziatura e una bella nota di mandarino. Sorso cremoso, fine, avvolgente, un’autentica delizia.

vino spumante Metodo Classico da uve Gaglioppo azienda Santa Venere

2) Manzoni Metodo Classico Riserva 2015 az. Cirotto

A Francesco e tutta l’azienda Cirotto sono affezionato, anche prima del fioretto ho sempre pensato di loro che spumantizzano bene qualunque cosa! Bellissima realtà dell’Asolano, una conduzione familiare sincera caratterizzata da un lavoro sano e oltremodo meticoloso in tutte le fasi della produzione di vino. Buonissimo il loro Prosecco DOCG, ma la vera punta di diamante è rappresentata dal Manzoni bianco, vinificato in modo eccellente già nella versione secca, che raggiunge dei risultati davvero emozionanti anche nella versione Metodo Classico. Quest’anno segna per l’azienda Cirotto la messa in commercio del Metodo Classico anche versione Riserva, sboccato a maggio: assaggiato con grande gioia, anche se per ora è meglio lasciarlo riposare per un po’ di tempo. Incredibile la complessità di questo vitigno, che come spumante si rivela nei suoi sentori vegetali e minerali con grande finezza ed eleganza. Un vino destinato a molti riconoscimenti, e sicuramente molta stima.

Manzoni Metodo Classico azienda Cirotto

3) “Extreme” Metodo Classico az. Fratelli Campagnari

Bella scoperta anche di questo prodotto dei Colli Mantovani, una zona “anonima” per la popolarità della vicina Franciacorta, ma davvero molto interessante e valida che ho avuto modo di apprezzare. Il 120 mesi dell’azienda Fratelli Campagnari è un prodotto di grande finezza, un vino che mi ha davvero spiazzato (specie perché assaggiato alla cieca!). Ha un colore dorato intenso, profumi accattivanti e ampi, fragranti, con note di lievito, pan brioche e spezie dolci. Cremoso e morbido, ma con una leggera nota tannica che lo rende ricco di personalità e struttura. 33% Chardonnay, 33% Pinot nero, 33% Pinot bianco.

4) Blanc du Blanc az. Cave Mont Blanc

La Valle d’Aosta non è contemplata così spesso come si dovrebbe quando si sceglie un vino da aprire! Eppure ha un bel potenziale come regione vitivinicola, soprattutto per la grande acidità che caratterizza le uve locali. Il Prié blanc è il vitigno più rappresentativo, e interessante è stato l’assaggio del Blanc du Blanc dell’azienda Cave Mont Blanc, un Prié blanc in purezza molto intrigante. Freschissimo in tutte le note di degustazione, dal colore verdolino, ai profumi agrumati e di fiori bianchi, al sorso grintoso e piacevolmente acidulo. Piccola particolarità di produzione, il vino base fermenta in rovere grande e poi acciaio.

Blanc de Blanc Cave de Mont Blanc Valle d'Aosta

5) “Valentino” 2007 az. Rocche dei Manzoni

A Monforte d’Alba questa azienda rinomata produce il Valentino, uno spumante che berrei letteralmente a bicchieri da quanto buono è! 120 mesi minimo, una bollicina straordinariamente fine ed elegante, ampia nei profumi – inebrianti e intensi – cremosa e avvolgente al palato. La sua bevibilità è pazzesca, è un vino che vuoi goderti continuamente anche solo per il gusto di continuare a captare sentori e sfumature che rivela man mano nel calice.

metodo classico brut Valentino Rocche dei Manzoni

6) Champagne Dom Ruinart 1996

L’assaggio di Champagne che più mi ha colpito è stata un’autentica chicca: un Dom Ruinart del ’96. Inutile dire quante domande e curiosità avessi sull’assaggio di questo vino. Cosa aspettarmi? Non ne avevo proprio idea! Si è trattato di una vera sorpresa. Ancora una grande complessità al naso, note di burro e nocciola, crosta di pane, speziature dolci e persistenti. Al palato la bolla era leggermente “scarica”(e ci mancherebbe!), ma con ancora un bel brio che accompagnava questa beva unica e speciale!

Champagne Dom Ruinart 1996

7) Inkino Trento DOC Nature az. Mas dei Chini

Un’altra interessante scoperta è stata questa piccola azienda e del loro Trento DOC. Ottimo rapporto qualità prezzo, nella versione Nature è uno Chardonnay in purezza di circa 90 mesi sui lieviti. Grande finezza al naso, profumi freschi di fiori e frutti gialli, fragrante e di buona eleganza. Bollicina bilanciata e fine, destinato a dare belle soddisfazioni anche tra qualche tempo.

8) Maria Elisa Rosé Brut az. Angelo Negro

Con questa bollicina andiamo nel Roero di casa Angelo Negro: 60 mesi sui lieviti, uve Nebbiolo in purezza. Esatto, Nebbiolo! Ed esattamente come per il Gaglioppo, ecco un altro dei pochi esempi di espressioni alternative di ics vitigno che mi ha soddisfatto. Il colore invita già la beva, un rosa antico con una bollicina numerosa e fine. I profumi sono freschi ma con una buona complessità, dove si alternano frutta e spezie. Intrigante nel sorso, dove c’è freschezza ma anche una nota leggermente tannica e speziata. Avvolgente e di buona persistenza, invita sicuramente al calice successivo!

9) Brut Rosé Duemilanove az. Massimo Rivetti

Un altro rosato super interessante e sempre piemontese, il brut di Massimo Rivetti ottenuto anch’esso da uve di Nebbiolo, più una percentuale di Pinot nero, minimo 72 mesi sui lieviti. Ha un colore intenso e all’aspetto una bollicina fine ed invitante. I profumi richiamano soprattutto il lampone e altri frutti rossi, poi crosta di pane e fraganza. Al palato mi conquista per una interessante nota lievemente tannica e una buona struttura, che richiama un accostamento anche insolito come una tagliata o una carne succulenta, ma si rende perfetto anche con un tonno scottato. Equilibrato, elegante, davvero una bella chicca.

metodo classico brut rosè azienda Massimo Rivetti

10) Ribolla gialla Brut az. Collavini

Di questo vino ho avuto il piacere di fare la conoscenza servito direttamente da una bottiglia di ben 6 LITRI! La particolarità di questo vino è forse il fatto che è una sorta di “fusione” tra i due principali metodi di spumantizzazione. La prima fermentazione avviene infatti in parte in acciaio e in parte in barriques, in seguito alla quale le uve sono fatte rifermentare in grandi autoclavi orizzontali. Segue affinamento sui lieviti e ancora un ulteriore tempo di affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi.

Un prodotto davvero interessante, caratterizzato da profumi inizialmente delicati e fragranti di frutta e fiori bianchi, poi più complessi e fini con sfumature minerali e delicatamente speziate. Al sorso rivela una bollicina fine e persistente, elegante e davvero piacevole.

Ribolla gialla spumante Collavini

 

Metodo Charmat

1) “Summertime” Friularo Extra Dry Rosato az. Salvan

Già il nome richiama la spensieratezza di una sera d’estate o di fine estate, anche se a me ricorda sempre anche la famosa canzone cantata da Janis Joplin. Le goccioline fresche di condensa che si formano sulla bottiglia servita freschissima, la croccantezza di due cicchetti mangiati insieme. Ma soprattutto con questa bottiglia ho celebrato la reunion con alcuni cari amici alla fine del primo lockdown. Un vino spensierato, decisamente, ma non privo di personalità. Profumi di fragolina, macedonia e fiori, bollicina fine e piacevolissima bevibilità. Praticamente si “tracanna”! Scelto perché non è il solito Raboso amabile, ma resta grintoso e con le sue carte da giocare anche in questa versione.

Summertime spumante azienda Salvan

2) “El Viajo” Pinot grigio Brut az. Enotria Tellus

Un’altra bella scoperta tra i metodo Charmat è stato il Pinot grigio dosaggio zero di Enotria Tellus, azienda collocata a San Polo di Piave condotta da due giovani ragazzi, Fabio e Anisa. Il loro El Viajo è una interpretazione innovativa del Pinot grigio, che racchiude freschezza e mineralità in questo spumante grintoso che ben esprime la tempra dei due giovani produttori. Ha profumi freschi di frutta e fiori bianchi, note iodate e un sorso secco e di buon corpo che tuttavia accompagna egregiamente cicchetteria mista e taglieri di formaggi freschi.

El VIajo pinot grigio spumante Enotria Tellus

Metodo ancestrale

1) Raboso ancestrale Veneto IGT az. Terre Grosse

Un altro Raboso nella mia classifica è quello proposto da Terre Grosse, in una versione estrema -il metodo ancestrale- ma autentica di un vitigno dal grande potenziale. Interpretato finalmente in una veste sincera, dove l’acidità e il basso residuo zuccherino non vengono mascherati da nauseanti residui zuccherini, e sono presenti contrastando l’idea di un Raboso amabile e frizzante. Un vino dal colore accattivante, quasi corallo, dalla bollicina fine e cremosa, profumi agrumati di pompelmo rosa, ma anche melograno e lievemente speziati.

Raboso metodo ancestrale azienda Terre Grosse Zenson di Piave

2) Saver 100% Glera ancestrale 2017 az. Monteversa

L’azienda Monteversa situata a Vò Euganeo è da sempre portavoce del metodo ancestrale, impiegato anche su vitigni tradizionali come il Fior d’arancio, in una versione azzardata ma accattivante. Il loro Saver, in futuro ahimé non più in commercio, è un Glera in purezza, un assaggio interessante soprattutto perché quest’anno ho provato l’annata 2017, quindi con ben 3 anni di affinamento sui lieviti. Parlare di complessità dell’uva Glera sembra quasi un azzardo, eppure questa bollicina beverina è stata caratterizzata anche da qualche sfumatura matura al naso molto intrigante. Su tutte pera cotta e cannella, una delicata speziatura inebriante che ha accompagnato un sorso ancora fresco e dissetante (vino da 10 gradi alc.!). Il mio vino preferito da accostare a una pizza di bufala e cotto alla brace.

Saver rifermentato azienda Monteversa

 

Quali di queste bollicine avete già incontrato e magari apprezzato? Anche se l’anno del “fioretto” è finito sono comunque aperto a nuove proposte! E nel 2021 cosa si berrà? 🙂

 

Alla prossima!