Vini incredibili da territori insoliti

Cari amici, in questi giorni ho potuto fare esperienza con due vini inediti per me, che mi hanno davvero colpito non solo per la loro qualità effettiva, bensì anche per un ulteriore aspetto. Due eccellenti vini, diversi tra loro ma accomunati da un filo conduttore. Quello di rivelarsi due impeccabili interpretazioni di vitigni internazionali pur nascendo da due zone “insolite” rispetto a quelle più conosciute.

Sto parlando infatti di un metodo classico prodotto dall’azienda Zamuner nel veronese, e di un rosso da uve Pinot nero prodotto da Podere Fortuna nel Mugello. Avete capito bene: un metodo classico di grande stoffa prodotto nella terra dei grandi rossi, e un grande Pinot nero nella terra del Sangiovese! Proprio da queste due degustazioni sono rimasto piacevolmente colpito, e nuovamente spiazzato dalla capacità che ha il mondo del vino di essere così preciso e imprevedibile al tempo stesso. A rendere infine ulteriormente stuzzicanti i due assaggi, è stato condurre la degustazione alla cieca, lasciando spazio quindi a riflessioni libere e prive di pregiudizio.

Ve li presento quindi con grande entusiasmo!

Blanc de noirs 2011 Brut, az. Zamuner

Siamo negli anni ’80 quando Daniele Zamuner esporta dall’Oltrepò alcune barbatelle di Pinot nero e meunier nella sua azienda a Sona, nel veronese. Grande appassionato di bollicine francesi, decide di provare a riprodurre anche qui l’eccellenza ritrovata in quei calici tanto apprezzati.

Un piccolo “segno del destino” sembra aprire la strada verso il futuro successo dell’azienda. Alla luce di alcune analisi effettuate nella sua proprietà infatti, Zamuner fa un’interessante scoperta. I terreni rivelano infatti le caratteristiche ottimali per la coltivazione di Pinot nero, meunier e Chardonnay, grazie alla presenza di sedimenti morenici, gesso e calcare, formatosi in seguito al ritiro dei ghiacciai che hanno generato il Lago di Garda. I suoi 5 ettari si rivelano così un “piccolo angolo di Champagne”, uno scrigno di qualità scritto anzitutto sulla terra.

Degustare alla cieca uno Zamuner riporta quindi anche un palato attento alla vicina Francia. Ma ciò non lo rende al tempo stesso privo di identità, e non si può che apprezzare l’incredibile lavoro che Daniele Zamuner e le generazioni successive hanno saputo coltivare.

Ho degustato il Blanc de noirs Brut, ottenuto da 70% Pinot nero e 30% Pinot meunier, vendemmia 2011 con sboccatura 2020. Alla vista snocciola un colore quasi ingannevole, un giallo paglierino con riflessi (ormai volti verso tonalità più intense) ancora lievemente verdolini. La bolla numerosa e fine, un naso finemente floreale e con una punta di minerale che ritorna elegantemente anche al palato, dove il sorso si rivela secco e cremoso, bilanciato e completo. Uno spumante di grande qualità quello di Zamuner, che soddisfa anche i palati più esigenti. Eccellente vino da aperitivo e antipasto raffinato, che accompagna egregiamente anche qualche primo piatto più ricercato.

Blanc de noirs 2011 Zamuner

Pinot nero 2009, az. Podere Fortuna

Analogamente al lavoro di Daniele Zamuner, Podere Fortuna ha saputo sfruttare al meglio l’intuizione di investire tutto nel suo territorio e in particolare nel Pinot nero. Se pensiamo alla Toscana in senso ampio, non ci aspetteremmo che un vitigno così difficile da coltivare come il Pinot nero possa trovare proprio nella terra del Sangiovese il suo habitat perfetto. Quella di Podere Fortuna è una realtà abbastanza giovane che nasce nel 2001, in una collocazione geografica unica, quella del Mugello. Qui rispetto ad altre zone della regione, il clima è più fresco e le escursioni termiche raggiungo spesso i 20° garantendo le condizioni ottimali per la maturazione del Pinot nero.

Ho la possibilità di degustare un 2009, nuovamente alla cieca, e nuovamente privo di pregiudizi. Non ho mai degustato un Pinot nero prodotto in questa zona (e che si tratta di un Pinot nero lo scopro solo alla fine), e non ho quindi confronti. Mi limito quindi a una degustazione franca e appassionata, tanto questo calice mi ha piacevolmente colpito!

Il colore ha un invitante e limpido granato, lievemente trasparente. I profumi si aprono con una iniziale immediatezza di sentori speziati e intensi, eleganti e fini…per poi continuare con un susseguirsi di ulteriori sfumature, di sottobosco, humus, sentori animali. Sul finale una nota minerale sembra quasi “rinfrescare” il tutto. Al palato è austero e composto, asciutto e vellutato, di gradevole persistenza. L’eleganza il filo conduttore tra olfatto e palato.

La mia poca esperienza con simili calici non mi consente di dare giudizi “oggettivi” sul Pinot nero ma la sua qualità si è rivelata tutta ed è stato davvero un grande assaggio. Ha accompagnato alla grande un risotto ai fegatini e un arrosto di agnello al forno.

Pinot nero 2009 azienda Podere Fortuna Pinot nero 2009 azienda Podere Fortuna

Raffinata arte

Pur essendo io un po’ “purista”, nel senso che prediligo comunque i vitigni autoctoni, non posso non riconoscere che la presenza di aziende come Zamuner e Podere Fortuna diano in realtà ulteriore valore a un territorio. Due vini eccellenti che si sono trovati ad essere grandi in zone non sospette. Anche questo rende incredibile e accattivante il mondo del vino! L’educazione alla degustazione è fatta di tanti singoli sorsi, un’arte raffinata in continuo allenamento, che rende ogni volta più ricchi e appassionati. Ma è anche fatta dell’acquisizione di tante piccole sorprese come queste, nozioni che completano e rendono sempre stuzzicante il viaggio da percorrere.

 

E per voi quali sono stati i calici più inaspettati??

Alla prossima!