Abbinamenti…magici

Ho letto per la prima volta Harry Potter quest’anno, che di anni ne ho 30, perché mi sono deciso dopo tanto a voler conoscere la storia di questa saga così chiacchierata e fortunata. Non mi ha mai appassionato questo genere, pertanto è uno dei motivi per cui sono sempre stato riluttante all’idea di leggerne i libri. Ma mi è stato consigliato così tante volte che alla fine mi son deciso a dargli un’opportunità! E alla fine sì, non solo mi sono piaciuti i libri, ma ho soprattutto capito perché questa saga è così apprezzata.

Dopo aver letto Harry Potter sono addirittura stato ispirato per un nuovo abbinamento libro-vino. Avrei in origine voluto concentrarmi su ciascuno dei 7 volumi, ma alla fine ho capito che preferivo soffermarmi soprattutto su quello che mi aveva più appassionato e fatto immergere nella storia, ovvero: “L’Ordine della Fenice“. Ma prima di parlarvene…

…due opinioni in generale…

Credo che uno dei motivi del successo di questa saga sia da trovarsi anzitutto nella particolare abilità dell’autrice J.K. Rowling ad aver reso una trama così fittamente intrecciata ed intricata assolutamente fruibile per ciascun lettore. La scrittura è chiara e coinvolgente, nonostante non manchino alcuni punti di “rallentamento”, e il lettore è spinto inevitabilmente a voler scorrere i capitoli. Il bello poi è che ciascun libro, almeno fino a un certo punto, pur essendo collegato inevitabilmente a quello successivo, sembra al tempo stesso essere fine a sé stesso. Potrebbe in sostanza sembrare che abbia un inizio e una fine indipendenti, e questa cosa l’ho trovata davvero sorprendente dal punto di vista narrativo.

E naturalmente la trama stessa, nonché l’abilità della Rowling nell’articolare una storia che seppur fantastica, ha degli aspetti credibili, in cui il lettore può immedesimarsi. L’amicizia, per esempio, quella che lega fedelmente i giovani protagonisti della saga. Un’amicizia sincera che sembra così perfetta, ma che l’autrice riesce a dipingere come tale proprio perché i protagonisti vivono ad esempio anche momenti di crisi e difficoltà fra di loro. La fedeltà e rispetto reciproco sono due valori che crescono e si modellano nel tempo, non è una favoletta speciale dove tutto va sempre bene e basta.

Dal primo all’ultimo libro la Rowling non manca di cogliere e narrare proprio il percorso di crescita dei personaggi, che diventando grandi vivono esperienze sempre più mature. Proprio attraverso questo percorso l’autrice riesce a trattare temi di ogni genere, dove anche quelli più impegnativi sono trattati man mano con minuziosa maestria. Siamo pertanto di fronte a un fantasy che, tuttavia, ha un po’ anche le caratteristiche dei romanzi di formazione.

Perché mi è piaciuto

Credo che sia uno dei libri in realtà meno amati dall’opinione generale, eppure a me ha saputo coinvolgere più di altri (che ho comunque apprezzato). A cominciare dall’introduzione di un personaggio odioso, la professoressa Umbridge e la sua fastidiosa imposizione ad Hogwarts, per non parlare della brutale uccisione di Sirius Black da parte della folle Bellatrix, certamente non ci sono le premesse per amare questa parte di storia. D’altra parte però il libro rappresenta un punto di svolta nella narrazione, perché Harry verrà finalmente informato sulla profezia che lo interessa e sulla sua storia da parte di Silente.

I giovani protagonisti vivono un anno difficile, tormentati ulteriormente dalla presenza sempre più dittatoriale della Umbridge che, sostenuta dal ministero, esercita un ruolo di controllo ad Hogwarts con severa disciplina e sadismo. La neo docente di Difesa contro le Arti Oscure, ha soprattutto l’obiettivo di ostacolare Harry, che pur essendo accusato di essere bugiardo e visionario, continua a sensibilizzare quanti più possibile sul ritorno di Voldemort. Al punto da creare con Ron ed Hermione un’associazione segreta, chiamata Esercito di Silente, per allenarsi con altri studenti sugli incantesimi di difesa. Così si concludeva infatti il quarto libro, con il ritorno di Voldemort. Proprio per questo lo stesso Silente ripristina l’antico Ordine della Fenice, per riunire tutti i maghi e le streghe impegnati a combatterlo.

Genio creativo

E’ libro schietto, duro, inizialmente difficile da leggere perché soprattutto i primi capitoli sono cupi e gravi. Ma la narrazione si colma man mano di fatti e dettagli sempre più fitti e salienti, sbriciolati con una scrittura che trasporta ed emoziona. Si viene inevitabilmente coinvolti in ciascuno dei momenti cruciali della narrazione, che culmina con la morte di Sirius Black e la conseguente disperazione di Harry.

Ciò che mi ha fatto apprezzare questo libro più degli altri è che ritengo che sia soprattutto in questo volume che la Rowling dimostri tutto il genio creativo che ha dimostrato scrivendo Harry Potter. E’ soprattutto a questo punto della storia, che mi sono infatti ritrovato ad apprezzare la sua abilità a creare intrecci sempre più abilmente architettati e man mano svelati. Nonché per l’abilità di aver mantenuto per ben 7 volumi suspence e trasporto costanti. I protagonisti diventano quasi amici del lettore, assorbito dalle loro vicende come se a sua volta potesse farne parte.

Insomma, un grande plauso a un’opera davvero ben pensata, elaborata, fatta vivere.

Il vino, anzi: i vini

Parliamo ora di abbinamento: questa volta non un solo vino ma più vini accomunati da un filo conduttore, ovvero l’annata. Mi sono infatti questa volta ispirato ad una particolare annata, la 2014, proprio perché gli eventi vissuti dai protagonisti durante l’anno scolastico sono particolarmente intensi e difficili. E la 2014 è ricordata fra quelle recenti come annata difficile a causa delle piogge elevate e copiose, con conseguenze anche disastrose soprattutto su alcune zone. Molti la schifano addirittura evitando di comprare vini che riportano il 2014 in etichetta! C’è sicuramente da ragionare su alcuni aspetti a riguardo. Anzitutto non è stata un’annata disastrosa su tutto il territorio, e solo alcune aree ne hanno realmente sofferto maggiormente. Alcuni produttori hanno certamente preferito evitare di mettere in commercio le etichette più pregiate della loro linea pur di mantenere uno standard elevato.

Ma cosa può accadere fondamentalmente degustando un vino di questa annata? Niente di così tragico! Anzi, è un’opportunità di confronto e analisi interessante. Certamente se confrontiamo un vino di questa annata con lo stesso vino prodotto in un’annata migliore, si coglieranno altri input. Ma al tempo stesso non si berrà “così male” da evitare bottiglie di quell’annata come la peste! Credo infatti che al di là di tutto, se un produttore lavora con consapevolezza, sappia gestire anche annate difficili.

Ho selezionato quindi ben 3 vini che ho avuto occasione di assaggiare di questa annata che mi sono davvero piaciuti. Che magari non aspetterei dieci anni prima di consumare perché sì, magari hanno un po’ di longevità o struttura in meno, ma che problema c’è? Che magari hanno un po’ di quel quid in meno, ma che abbinati coi piatti giusti trovano comunque da dire la loro.

Un Brunello, un Rosso di Montalcino e un Gattinara!

Io e il mio amico Stefano “se capimo“, e siamo affezionati entrambi per motivi familiari all’annata 2014. Ci siamo goduti ben 3 assaggi, in 3 momenti diversi, di vini siglati 2014. Anzi, devo proprio a lui il pregio di avermeli fatti assaggiare! Accettando ogni eventuale limite dato al potenziale del vino dalla difficile annata, abbiamo bevuto bene e gradito tutti e 3 per la stoffa che hanno comunque dimostrato. Parliamo comunque di 3 grandi nomi, e forse proprio per questo a volte ci aspettiamo di non rimanere delusi, preferendo situazioni comfort. Di questi 3 vini probabilmente ci metteremmo via bottiglie di annate migliori, ma tutto sto parecio per dirvi che noi siamo rimasti più che soddisfatti lo stesso!

Brunello di Montalcino Palazzo 

Sangiovese in purezza che affina per 36 mesi in botti di rovere e riposa altri 8-12 mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Questo Brunello dell’azienda Palazzo si afferma nel calice con un colore granato e limpido, profumi fini non eccessivamente intensi, che richiamano a una squisita terziarità, nel complesso calda ed avvolgente. Ha abbastanza equilibrio gustativo e non risulta pertanto sbilanciato eccessivamente soprattutto nella sua componente tannica. Piacevole e comunque anche con una apprezzabile eleganza e finezza.

Brunello di Montalcino 2014 Palazzo

Rosso di Montalcino Biondi Santi

Da Biondi Santi la sentenza è categorica: se l’annata va male, niente Brunello. Ma perché privarsi magari di un grande Rosso di Montalcino? Ed ecco che nasce il Fascia rossa di Tenuta Greppo! Un altro Sangiovese in purezza che ha rivelato una bella stoffa. E’ un vino estremamente confortevole, che è difficile che lasci delusi gli amanti del Sangiovese, perché comunque ne conserva la classe e il prestigio. La sua anima fruttata lo rende piacevole da consumarsi soprattutto giovane, ma con buoni risultati anche se invecchiato. Con la 2014 siamo di fronte a un Rosso di Montalcino che rivela qualche sentore più verde e che si percepisce più bisognoso di pazienza per calibrare meglio ogni eventuale piccola imperfezione. Ma al tempo stesso è sinuoso nel calice, finemente intenso e preciso: sono un gran vino, mi prendo solo un po’ di tempo in più!

Rosso di Montalcino 2014 Biondi Santi Tenuta Greppo

Gattinara Travaglini

L’iconica bottiglia rende sempre un Travaglini un vino che si è desiderosi di assaggiare! Il Tre Vigne, considerato un buon connubio fra la linea Classico e Riserva, è un rosso elegante e deciso al tempo stesso. Balsamico e minerale, dalla speziatura fresca e lievi note ferrose, un tannino nel complesso equilibrato anche se un pelo grintoso. Ha un’apprezzabile complessità, gusto, anche se abbiamo valutato che la difficile annata lo ha reso un vino un po’ più adatto alla pronta beva che alla longevità. Anche se sono sicuro che potrebbe stupirci lo stesso!

Travaglini Tre Vigne Gattinara 2014

Consigli per l’autunno

Questo genere di abbinamenti ormai lo sapete, sono virtuali, eppure mi diverto un sacco ad associare vini e libri. Un libro coinvolgente può essere molto ricco di dettagli e sfumature da assaporare con calma, esattamente come un buon vino. E spesso sarebbe meglio ripetere l’esperienza almeno due volte, per per cogliere quanto non colto magari a un primo assaggio.

Harry Potter è una storia fatta di tanti dettagli, appena finito l’ultimo libro bisognerebbe ricominciare la storia da capo per apprezzarli tutti! Proprio per questo la mia sentenza finale è positiva, sono contento che abbiano insistito a farmi dare un’opportunità alla saga. Anche se ammetto che sono più contento di averlo letto ora, visto che rispetto al passato la passione per la lettura si è fatta in me più curiosa e matura e probabilmente lo avrei letto con più sufficienza.

Con questo articolo sento di avervi anche inevitabilmente offerto degli ottimi spunti per affrontare l’imminente autunno! La lettura di una saga senza-tempo che nonostante sia uscita anni fa riscuote sempre successo, e l’assaggio di 3 vini che ora si rendono perfetti con i cibi della stagione. A me vengono in mente gustosi cocci con polentina fumante, funghi e formaggio cotto, costate cotte al caminetto, gustosi gnocchi o ravioli ripieni e conditi di ottimo ragù. Ma anche selvaggina al forno, stracotti, e chi più ne ha più ne metta!

Vi invito in generale ad esplorare altri vini dell’annata 2014 o di altre annate che hanno un po’ deluso per alcuni aspetti ma che sono sicuro possano anche emozionare per altri. Anzi, avete anche voi qualche suggerimento da darmi?

 

Alla prossima!