Radici

Conoscere il mio territorio è sempre una piacevole scoperta, e questa volta vi parlo dell’azienda Villa Canthus di Fossalta di Piave. Siamo nel cuore della zona del Piave, un’area spesso poco conosciuta da fuori, ma dove affondano molte delle nostre radici storiche. La stessa Villa Canthus ha origini settecentesche ed è uno dei pochissimi edifici ad oggi sopravvissuti alla prima guerra mondiale, che interessò da vicino proprio quest’area divenuta nel corso del conflitto zona di frontiera.

A parlare ulteriormente di storia qui sono anche le stesse varietà coltivate, come il localissimo Raboso, il vino de Venegia. Varietà da sempre grande fonte di sostentamento per i viticoltori locali sia per l’alta resa che per la sua versatilità in vinificazione. Senza dimenticare che era fra le poche a supportare in passato i lunghi viaggi in nave impiegati dai commercianti. Per un ulteriore approfondimento vi rimando a un mio vecchio articolo dedicato proprio al Raboso!

Anche il Manzoni bianco, che trova qui la sua area di produzione prediletta, ci racconta un po’ di storia locale. L’incrocio più famoso e riuscito dal professor Luigi Manzoni, preside e personalità di rilievo della Scuola Enologica di Conegliano, la prima istituita in Italia. Un bianco di grande stoffa che sa soddisfare anche nel tempo grazie alla sua longevità.

Qui a Villa Canthus però si può assaggiare anche il Manzoni rosso, praticamente raro e introvabile! Ve ne parlo fra poco.

A introdurci tutta la storia e produzione aziendale ci sono Deborah Ormenese e il padre Giuliano, che ama raccontare della sua terra con fervore e passione, con tanti aneddoti che non si stancherebbe mai di ascoltare! Passo così una piacevole mattinata fra assaggi e un po’ di storia e confronti che mi assorbono totalmente.

I vini

Dopo qualche chiacchierata insieme sono proprio curioso: voglio conoscere i vini di questa azienda, che investe molto soprattutto sulle varietà tipiche del territorio. La degustazione, condita dalle storie raccontate da Giuliano con passione, è un bel momento di condivisione e confronto. Si assaggia con l’interesse e la cautela di chi vuole non solo bere un calice ma anche degustarlo con pazienza. Le bottiglie, prodotte in quantità limitata, sono etichettate manualmente, e l’azienda ne sta recentemente rinnovando la grafica, che ho molto apprezzato!

Pinot grigio ramato

E’ il primo assaggio, che anticipa l’assaggio del Manzoni bianco: una scelta un po’ inusuale ma pensata per la diversa intensità fra i due vini. Il colore appare dolcemente ramato, e offre profumi intensi dai richiami floreali e un po’ vegetali, con qualche cenno di mandorla e rosmarino. Una lieve balsamicità e note di rosa e biancospino completano il quadro organolettico. Sapido e gustoso, di buon corpo e persistenza.

Pinot grigio ramato Villa Canthus

Manzoni bianco

Se il Pinot grigio appariva già deciso e gustoso, in effetti il Manzoni bianco segue bene l’ordine di degustazione. E’ un bianco che sa essere molto presente nel calice, sia a livello olfattivo che gustativo. Quello che tuttavia mi piace di questo vitigno è che rivela sempre anche una certa classe, da cogliere in ogni sfumatura! L’annata 2020 mi dà l’opportunità di assaggiarlo ancora giovane, nel pieno della sua freschezza. Ampio e fruttato, rivela note agrumate, di salvia, pesca bianca, mandorla e cera d’api. Equilibrato al palato fra acidità e sapidità, ha una buona struttura e corpo decisi. Sarà interessante assaggiarlo fra qualche tempo!

Manzoni bianco Villa Canthus

Carmenère

Assaggio volentieri il loro Carmenère perché è una varietà più conosciuta nel lontano Cile, ma che anche qui in Veneto dà dei risultati ottimali. Si possono ottenere vini più semplici che più strutturati: non deve tuttavia essere confuso col Cabernet franc, che per alcuni aspetti ricorda vagamente. Il Carmenère di Villa Canthus è succoso e un po’ rustico, ricco di note di visciole e amarena, sfumature di peperone e una punta di cenere. Ha un sorso agile, è giustamente tannico e di buona freschezza.

Carmenere Villa Canthus

Manzoni rosso

E finalmente arriviamo all’assaggio del Manzoni rosso, una vera rarità! Nel complesso si rivela un vino non particolarmente complesso, ma molto gradevole. Un giusto contributo dato dal passaggio in legno gli dà un tono di profondità e ricchezza al palato, in contrasto con la parte fresca e floreale che emerge nell’esame olfattivo, completata da una piacevole punta di pepe.

Manzoni rosso Villa Canthus Manzoni rosso Villa Canthus

Raboso 2016

La mia degustazione si conclude con l’assaggio del Raboso giovane. Frutto di un lieve appassimento delle uve (circa il 30%), offre profumi intensi e profondi, che richiamano note di caco e amarena, piccoli frutti rossi, speziatura e prugna. Ha una tannicità morbida e avvolgente, ben amalgamata con la parte fresca data dalla caratteristica acidità. E’ davvero una bella proposta di Raboso: sarò altrettanto curioso di provare prossimamente le versioni riserva!

Piccola curiosità: l’annata 2016 riporta la vecchia etichetta dedicata a Francesco Mignone, militare d’onore al tempo della Prima guerra mondiale, che morì proprio a Fossalta di Piave durante il conflitto.

Raboso 2016 Villa Canthus

Alla prossima!