Va bene

Parole di conforto: questo il titolo del libro di Matt Haig protagonista del nuovo Abbinamento libro-vino insieme al Barolo di Tenuta Rocca. Una citazione trovata per caso di questo libro mi aveva spinto a cercarlo per leggerlo. Anche se non disprezzo letture che spronino alla positività, sono tendenzialmente allergico a quei libri dal fare manuale riparatore/ispiratore, non fanno per me. Ben venga invece una lettura fruibile, leggera, da sfogliare a sentimento quando si ha voglia di pensieri positivi che non sembrino banali. Insomma, un libro come Parole di conforto!

Cercare continuamente il significato della vita è come cercare il significato di un toast. A volte è meglio mangiarlo e basta, il toast.

Perché mi è piaciuto 

Quello di Matt Haig è un mix di riflessioni, spunti veloci, citazioni, talvolta anche hit-list personali, e non avrei saputo trovare titolo migliore per questo libro. Sono proprio parole di conforto quelle che propone, dove non si deve per forza intendere il conforto come qualcosa che si riceve in un momento di difficoltà.

L’autore non nasconde di aver passato un tempo un lungo periodo di depressione, e probabilmente dal fatto di esserne uscito ha tratto ispirazione per scrivere questo libro. Haig lo scrive in un periodo che è tuttavia stato buio per chiunque, quello della pandemia. A maggior ragione il titolo Parole di conforto si fa quasi evocativo ed incoraggiante. Nelle sue pagine non colgo banalità di contenuti, semmai sensibilità e senso di resilienza.  Ma soprattutto il bello è che il libro di Haig può essere letto in qualunque momento. Non per forza difficile, non per forza traumatico. Per tutte quelle volte che vogliamo ricordarci di cogliere momenti belli ed essenziali della vita, e ad accettare quelli più movimentati.

Concediti ogni giorno una cosa bella. Anche piccola. Anche banale. Leggi una poesia. Ascolta una canzone che ti piace. Ridi con un amico. Osserva il cielo appena prima che il sole precipiti verso la notte. Guarda un classico del cinema, Mangiati una fetta di torta al limone. Scegli tu. Basta che sia un modo semplice per ricordare a te stesso che il mondo è pieno di meraviglie. Anche nei momenti della vita in cui non siamo in grado di apprezzarle, a volte aiuta ricordarsi che esistono cose belle, per quando saremo pronti.

Il vino

Questo libro è stato per me senza dubbio fonte di piacevoli riflessioni e pensieri positivi. Volendolo raccontare nella rubrica Abbinamenti libro-vino mi sono chiesto di che vino potervi parlare questa volta. Ho pensato a quelle volte in cui  troviamo alcuni vini “confortevoli”, e mi sono detto questo. Pensare al termine “vino confortevole” mi fa sorridere perché può essere frainteso il senso di trovare conforto nel vino!

Eppure i vini confortevoli sono quei vini che potresti quasi bere da soli tanto sono ricchi di piacevoli sfumature. Sono quei vini che ti piace sorseggiare senza un perché, senza per forza pensare che devi abbinarci qualcosa, anche se magari sono vini importanti nel calice. E ho pensato che è un po’ quello che ci dice Matt Haig nel suo libro. Non devi per forza trovare un perché, non devi per forza spiegare, e soprattutto concederti qualcosa che ti fa stare bene è bello e va assaporato.

Un comfort wine di cui mi sono innamorato è il Barolo di Tenuta Rocca, un’azienda che per lavoro ho recentemente conosciuto e apprezzato. Originari di Monforte d’Alba rappresentano il territorio delle magiche Langhe con dei vini dotati di personalità ed eleganza. Vi parlo del loro Barolo, ma sarebbe da citare anche il loro Alta Langa, il loro Nebbiolo Vigna Sorì, per non parlare del loro Chiara, bianco straordinario.

Ma torniamo al Barolo. Anzitutto parlo del loro Barolo di Serralunga d’Alba, uno dei cru dell’azienda. Ho amato questo vino anzitutto perché si è rivelato nel calice con una immediatezza un po’ insolita per un Barolo. Non che il tempo non regalerà ancora più prestigio a questo fantastico vino, ma intendo che già da giovane esprime note brillanti e intense. Equilibrato e quasi carezzevole con i suoi tannini ed eleganza nobili.

Trovo comunque fantastico quando un vino ti fa andare oltre quella che può essere una semplice, per quanto sentita, descrizione organolettica. E’ quando la dimensione “soggettiva” può farsi spazio fra termini e concetti tecnici che stanno bene nei giusti contesti. D’altra parte il vino merita di essere certamente valutato, ma soprattutto assaporato. Ed è bello trovare un calice che si distingua fra i molti assaggi che si possono avere a disposizione.

Ho trovato una bella genuinità nel Barolo di Tenuta Rocca, ma come ho anticipato è un’azienda che mi ha colpito anche per altri vini. Vi consiglio certamente di fare la loro conoscenza, chissà che non scopriate anche voi un nuovo comfort wine! Ma soprattutto, una meritevole interpretazione di un territorio straordinario che non smette mai di stupire.

 

Alla prossima!