Bentornati

Bentornati con una nuova edizione di Vinitaly, giunto alla sua 56esima edizione. Ordinando i vari appunti di degustazione – doverosi dopo aver assaggiato molti prodotti interessanti! – ho pensato che mi piaceva l’idea di non concentrare tutto in un unico articolo. Quindi ci saranno non uno, ma diversi piccoli focus dedicati agli assaggi che più mi hanno colpito in questa edizione di Vinitaly 2024.

Devo dire che è sempre molto entusiasmante non solo conoscere vini e realtà nuove ma poter proprio interfacciarsi con produttori che contribuiscono a diffondere la grande qualità del vino italiano. Fra piccoli e grandi nomi, passeggiando fra gli stand non tutto si riesce ad assaggiare, ma è di certo un piacere ed onore poter contribuire a parlare del loro grande lavoro!

Primi appunti

Devo precisare che inevitabilmente, di qualcuna delle aziende degustate durante il Vinitaly, ho potuto approfondire più prodotti, mentre per altre l’assaggio si è limitato a 2/3 vini. Quindi per qualcuna azienda ci sarà qualche appunto in più, ma tutte quelle che elenco mi hanno colpito e le ritengo meritevoli ugualmente.

E’ stato complessivamente un Vinitaly più “casual” di altri, non avevo un obiettivo specifico, me lo sono vissuto più da “turista”. Ed ecco come è andata!

Finigeto -“2005”  Oltrepò Pavese metodo classico pas dosè 

Vinitaly 2024 per me è cominciato con una buona bollicina dall’Oltrepò Pavese (curioso, l’anno scorso ho voluto fare un focus sulla zona!). Con il 2005 Brut di Finigeto, si parte quindi da un buon Pinot nero metodo classico, minimo 24 mesi sui lieviti. Fragrante, buono, dotato di bella freschezza e note di fiori bianchi.

Finigeto Oltrepò Pavese metodo classico

Corte Sermana – “Pintade” Lugana metodo classico

Corte Sermana a due passi dal bellissimo Lago di Garda, bellissimo e invidiabile territorio dal microclima favorevole. La proposta vini che punta molto sull’emblematico Lugana, mi ha convinto sia nell’assaggio dei vini fermi, che delle bollicine. In particolare il loro metodo classico Pintade. 100% da uve Turbiana, affina per almeno 48-60 mesi sui lieviti. Bello, fragrante, minerale, dall’ingresso giustamente morbido e finale sapido.

Lugana metodo classico Corte Sermana

Barone Pizzini – “Bagnadore” Franciacorta DOCG Riserva

Restiamo in Lombardia con l’assaggio di alcuni Franciacorta di casa Barone Pizzini, storico produttore, di cui mi ha molto colpito il rosè (80% Pinot nero, 20% Chardonnay), ma soprattutto il grande Bagnadore. Bollicina di grande struttura e raffinatezza, elevata da un adeguato passaggio in legno. In perfetto stile Pizzini, spicca molto per la complessità olfattivo-gustativa regalando belle sfumature al naso tanto al palato.

Bagnadore Barone Pizzini

Tenuta Rocca – Alta Langa DOCG 

Tenuta Rocca, realtà di cui vi ho parlato diverse volte e che mi regala sempre belle soddisfazioni. Con l’occasione di un saluto ho potuto provare alcune nuove annate, ma ci tengo a segnalarvi in particolar modo il loro Alta Langa. Bollicina fine e fresca, dai piacevoli richiami agrumati di cedro e minerali. Mi piace molto questa neo affermata realtà spumantistica italiana e la sto scoprendo piacevolmente. Meritevole di considerazione anche il loro rosato, sempre intrigante e di buona personalità. Quest’anno ha anche un colore ancora più pazzesco dell’annata precedente per cui la voglia di degustarlo è immediata! Al palato ha un equilibrio fantastico, considerato il recente imbottigliamento. In generale l’equilibrio è un “pro” dei vini dell’azienda, che riesce ad offrire vini anche molto complessi dotati di grande beva sin da giovani. Bravi!

Alta Langa Tenuta Rocca

Vietti – “Perbacco” Nebbiolo 2021

Finalmente mi sono concesso la conoscenza dei vini dell’azienda Vietti passando a trovarli nel loro stand. Le 4 etichette assaggiate mi sono piaciute tutte, ma in particolare il loro Nebbiolo Perbacco 2021, considerato un piccolo “Barolo” poiché la maggior parte delle uve di Nebbiolo arriva dalla zona di produzione del loro Barolo. È un vino giovane ma che già gode di buon equilibrio e complessità. Il tannino in particolare, vivace ma non tagliente. Un vino intenso nelle sue note principali di cuoio, sottobosco e fresche note vegetali.

Nebbiolo Perbacco Vietti

Le Calendre – “Istadèla” Rosso Veronese 2019

La Valpolicella che piace a me è ben rappresentata dall’azienda Le Calendre, realtà giovane ma ben promettente. Di loro apprezzo un po’ tutti i prodotti, dotati di una bella profondità e complessità, ma mi soffermo in particolare sul loro rosso Istadèla IGT. Penso che i produttori della Valpolicella quando fanno anche un “rosso veronese” in qualche modo ci mettono quel tocco in più, quella sorta di firma che li contraddistingue nonostante la qualità della linea Valpolicella. Questo succede anche con questa proposta de Le Calendre. Istadèla richiama l’estate di San Martino, periodo durante il quale l’aria si riscalda in modo singolare. In questo periodo le uve vengono pigiate, dopo aver subìto un appassimento di circa 40-50 giorni. E’ il Cabernet Sauvignon ad unirsi alle uve tipiche della zona che insieme danno vita ad un vino intenso e ricco, dalla tempra robusta e dai profumi ampi e terziari. C’è molta passione in questo vino, e vi consiglio di concedervelo con calma e attenzione!

Istadèla Le calendre

Tudernum – Grechetto di Todi

Capito al banchetto di cantina Tudernum quasi per caso, e vengo subito attirato da una bottiglia che mi piace molto. E’ il loro Umbria bianco, imbottigliato con tappo a vite la cui etichetta è molto pittoresca e particolare. Scopro che l’azienda è una cantina sociale di Todi, che punta a valorizzare molto l’autoctono Grechetto (ma non solo). Il loro Umbria bianco è proprio un Grechetto assemblato a del Trebbiano, una proposta sbarazzina ma affatto banale, che invita alla beva grazie alla sua leggerezza ma al tempo stesso intensità di gusto. Le etichette degustate di Grechetto in purezza invece, mi hanno fatto approfondire un vitigno che regala grande piacevolezza, struttura e discreta complessità ai vini. Ottimo anche il Montefalco rosso e il loro Sagrantino.

Umbria bianco cantina Tudernum

Borgo Dus – Perera passito

Azienda già incontrata all’evento Alla Corte del Raboso, che avevo premiato per la produzione di uno dei Malanotte a mio avviso più meritevoli della degustazione. Per loro primissimo Vinitaly, accolti nella grande famiglia FIVI dei Vignaioli Indipendenti. Mi ha atteso una piacevole new entry, un Perera passito prodotto in edizione limitatissima! Squisiti i suoi sentori lievemente dolci e fruttati, dai richiami di frutta a pasta gialla, fragolina e freschi sentori floreali. Una vera chicca!

Perera passito Borgo Dus

Alta Vigna – Taurasi Riserva della famiglia 

Chiudo questa prima parte con un bel Taurasi Riserva di cantina Alta Vigna. È un vino che sa conquistare i palati esigenti in quanto non delude in termini di larga struttura ma anche raffinata complessità. Quello di Alta Vigna mi è piaciuto per i l’ampia intensità olfattiva, dai sentori officinali, caldi e mediterranei. Un palato strutturato e di corpo, dal tannino robusto, tuttavia ben equilibrato e piacevole.

Taurasi Alta Vigna

Alla prossima con altri assaggi interessanti degustati a Vinitaly!